venerdì 31 luglio 2009
Come ti promuovo l'Università!
Molti avranno visto o avranno saputo che per fare pubblicità alle sedi secondarie dell'Univeristà di Bologna sono stati affissi sui muri manifesti con quattro belle ragazze , capelli al vento in tutina attillata con costume nero e pettorina con il nome delle quattro città, Rimini, Ravenna, Cesena e Forlì.
L'immaginazione non poteva superare la realtà: per promuovere l'istruzione dell'antico Ateneo si è pensato di usare l'immagine femminile tipo velina!
Mi scrive Maria Angela Calonici in merito a questa vicenda e volentieri pubblico:
"Ero al sit in organizzato in Piazza del Popolo da diverse associazioni di donne per protestare contro gli avvilenti manifesti pubblicitari per promuovere il polo universitario romagnolo.
Ero, giovedì 16 luglio in Consiglio Comunale ad ascoltare le comunicazioni del vicesindaco sulla questione delle" magnifiche quattro".
Con questa pubblicità questa amministrazione ha veicolato due messaggi fortemente negativi senza averne neppure consapevolezza.
Il primo messaggio negativo riguarda l’equiparazione tra l’istruzione e le merci e il secondo consiste nella riproposizione di uno stereotipo: l’uso delle immagini di corpi femminili per vendere una merce. Il manifesto non nasconde infatti richiami "dotti" a fumetti o cartoni animati, ma una logica elementare, quasi da cavernicoli, direi: associare la merce al corpo femminile, a quel modello di donna imposto dai media e che tutti hanno ormai interiorizzato, ossia quello della donna ammiccante che, ogni giorno ad ogni ora, si affaccia dal teleschermo. La tv ci ha ormai sommerso da una overdose di corpi femminili seminudi, resi perfetti e levigati da trattamenti di ogni tipo per cancellare le imperfezioni e l’invecchiamento: questo diktat quotidiano è il nostro "libero burqa", è il burqa del mondo occidentale.
In questa tv le donne sono solo "corpo", solo involucro esterno, sono l’equivalente della carrozzeria dell’auto. Il corpo scisso dall’anima è una "cosa", una cosa che si può possedere, prendere, rubare, picchiare, violentare. Una "cosa" non è "persona" e dunque, che male c’è, si sono chiesti i nostri baldi amministratori, ad utilizzare quattro giovani avvenenti fanciulle per invogliare a iscriversi all’Università nelle sedi decentrate della Romagna? Le quattro sembrano dire alle future maschie matricole che a Ravenna, Rimini, Forlì e Cesena, tra qualche paginetta studiata svogliatamente e l’altra, ci si può distrarre, perché le amministrazioni comunali romagnole hanno già costituito le ronde delle escort. Se si vuole proseguire su questa rozza strada posso fornire suggerimenti più ruspanti e legati al territorio per il prossimo cartellone. Per la sede di Ravenna propongo l’insegna del Piteco, quattro piadine e una bottiglia di burson, oppure quattro "belle di Piangipane", intendo le pesche vellutate, ovviamente, ossia quelle che i nostri amministratori vedrebbero bene ricoperte dalla sottilissima polvere della centrale a biomasse che si vuole a tutti i costi costruire in quel di Russi.
Ricordo al simpatico Vice Sindaco che l’Alma Mater Studiorum è la più antica Università del mondo occidentale, le sue origini sono nobili e prestigiose, non banalizziamole con manifesti rozzi ed offensivi per le donne! Il Magnifico Rettore ha mostrato a Mingozzi il cartellino giallo, e le donne, alla prossima, potrebbero estrarre quello rosso!
Maria Angela Calonici"
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