lunedì 19 dicembre 2016

Legambiente: un tetto subito al consumo di suolo!

Stop al consumo di suolo in Emilia-Romagna a partire da oggi e non dal 2020. Fissando subito il perimetro del territorio urbanizzato.

La proposta di legge urbanistica che la Giunta Regionale intende votare pone un tetto del 3% al consumo di suolo rispetto a quanto già costruito, ma il vincolo scatterà non prima del 2020 (e con tantissime deroghe): nel frattempo il consumo di suolo non sarà "contabilizzato".
Rischiamo di assistere a 4 anni di corsa alla lottizzazione.
Chiedi anche tu di rivedere una legge che ipoteca il futuro di tutti! Firma la petizione online su Legambiente Cervia

Il disegno di legge della nuova legge urbanistica presentata dalla Giunta regionale dell’Emilia Romagna in questi giorni non arriva in fondo al tema del consumo di suolo, ma si ferma a metà strada.
Una via di mezzo, con troppe deroghe che vanificano l’impianto di fondo del testo, e la possibilità di un ampio margine per consumare suolo. Un risultato sicuramente non sufficiente per una regione che negli ultimi decenni ha consumato enormi quantità di territorio, sia per superficie complessiva che per grado di dispersione insediativa. Un risultato sicuramente contraddittorio per una regione che, almeno in teoria, punta sull’agroalimentare, come settore trainante dell’economia.

Il testo della norma presenta certamente scelte importanti che Legambiente richiede da tempo. Primo tra tutti l’azzeramento delle previsioni urbanistiche dei Piani tre anni dopo l’approvazione definitiva della legge (a fine 2021 probabilmente) e, successivamente a questa data, la fissazione di un tetto al consumo di suolo. Ma questo non consentirà di ridurre il consumo di suolo ad un quarto delle previsioni attuali, come affermato nei comunicati della Regione.

Il tetto fissato dalla Regione, infatti, non vale per una lunga serie di interventi in deroga che non vengono contabilizzati, impedendo quindi di valutarne l’entità. Tra tutti questi interventi, preoccupano soprattutto le realizzazioni di “interesse pubblico”, definizione generica che in questi anni ha permesso a molte lobby di ottenere il via libera a progetti inutili e dannosi tramite i famigerati accordi di programma.
Inoltre, non è previsto nessun obbligo di compensazione ambientale o di “saldo zero” per le future espansioni sul suolo vergine, un aspetto che Legambiente ha sempre richiesto come necessario per disincentivare economicamente il consumo di suolo.

Infine, nei prossimi tre anni la legge non pone limiti quantitativi alla riconferma delle previsioni passate, che assommano, per ammissione della Regione stessa, a 250 kmq., pari a 50.000 campi di calcio.
Troppe quindi le discrezionalità presenti nel testo, e le opportunità di deroghe concessa ai Comuni, che negli ultimi anni sono state ampiamente utilizzate e manipolate da gruppi economici e poteri forti. L’esperienza di applicazione dell’ultima legge urbanistica della regione, infatti, dimostra che tutto quanto era interpretabile è stato costantemente utilizzato per consumare quanto più suolo possibile.

Chiediamo dunque che nel percorso che porterà al voto in Assemblea Regionale, si correggano queste contraddizioni inserendo i giusti meccanismi di tutela del suolo, e fissando un rigoroso e restrittivo sistema di deroghe così da limitarne l’utilizzo.
Chiediamo che la legge dell’Emilia Romagna possa essere un modello per il Paese, non una scelta di compromesso.
Firma la petizone online!

venerdì 2 dicembre 2016

Referendum: investono soldi per farti votare sì

Stavo guardando questo video a favore della Costituzione, a favore del No. Ad un certo punto sul video mi viene la scritta di votare Sì. Incredulità. Poi mi accorgo che si tratta di una pubblicità pagata a Google. Sembra un vero e proprio lavaggio del cervello. A pagamento. Conferma che dietro ci sono interessi forti, molto forti. E francamente mi convince, se mai ce ne fosse stato ancora bisogno, che ora più che mai è necessario difendere i nostri diritti di cittadini votando No. #ioVotoNo

lunedì 28 novembre 2016

Referendum del 4 dicembre: io voto no



Sui contenuti della riforma costituzionale si è scritto moltissimo. E' di tutta evidenza che l'assetto costituzionale cambierebbe sì, ma in peggio. Renzi invece assicura che la modifica della Costituzione porterà solo benefici.
Ma è credibile?

Un piccolo esempio che però la dice lunga. Secondo "il Giornale" del 18/10/16, Renzi dichiarava su facebook in occasione dell'arrivo su Marte della sonda Schiapparelli: "Il nostro Paese vive un’altra pagina di orgoglio. L’Europa infatti arriva su Marte, con una missione a leadership italiana e la sonda Schiaparelli".

Peccato che la sonda si sia schiantata e disintegrata su Marte. Per poi scoprire inoltre che, secondo quanto riportato da Repubblica.it, i test erano stati "affidati a una ditta inesperta". Così si è schiantata la sonda Schiapparelli. Renzi sapeva di cosa parlava?

Il mio orgoglio italiano è sincero. Per questo io voto no. 

mercoledì 21 settembre 2016

Legambiente: Puliamo il Mondo 2016 è anche a Cervia!


Il Comune di Cervia in collaborazione con il Circolo Legambiente Cervia-Milano Marittima sarà impegnato insieme ai bambini delle scuole ed ai volontari a pulire le dune sabbiose naturali tra la spiaggia e la pineta. L’appuntamento è per venerdi 23 settembre 2016 - Orario: dalle 10.00 alle 11.45 con ritrovo all’inizio della pinetina all’angolo di Via De Amicis e Lungomare Deledda. In caso di maltempo l’iniziativa sarà rinviata a venerdi 30 settembre.

venerdì 22 aprile 2016

36° Festival Internazionale dell'Aquilone di Cervia

Entra nel clou il 36° Festival internazionale dell’Aquilone di Cervia,
sabato 23 aprile: dalla mostra di Silvester allo spettacolo in notturna

Si è aperto tra mille colori il Festival dell’aquilone di Cervia alla 36^ edizione, 200 “artisti del vento”, più di 30 Paesi da tutto il mondo, ospite d’onore del 2016 la Francia. Una giornata d’eccezione è sabato 23 aprile: sulla spiaggia inaugura la mostra fotografica del celebre fotografo Hans Silvester per ricordare l’aquilonista Philippe Cottenceau e alla sera il primo dei due appuntamenti del “Volo in notturna”, uno spettacolo da non perdere.

Si è aperto nella bella atmosfera della spiaggia in primavera, sulla sabbia fine e dorata di Pinarella di Cervia, tra il mare e la natura della secolare pineta, il 36° Festival Internazionale dell’Aquilone, diventato un appuntamento da non perdere. Sono più di 200 gli artisti che si sono dati appuntamento a Cervia e che provengono da 30 paesi sparsi nel mondo: Argentina, Australia, Austria, Belgio, Brasile, Canada, Cina, Curaçao, Finlandia, Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna, India, Indonesia, Irlanda, Israele, Italia, Kuwait, Lussemburgo, Messico, Nuova Zelanda, Olanda, Pakistan, Singapore, Spagna, Sri Lanka, Stati Uniti, Svezia, Svizzera e Ungheria.

Tutti i giorni, sulla spiaggia, dalle 10 alle 18 il cielo di Pinarella di Cervia si tinge di mille colori con le esibizioni di “Volo libero” durante le quali centinaia di aquiloni vengono fatti volare sulla spiaggia per emozionare grandi piccini. Una carrellata di aquiloni stupefacente, dal più originale al più piccolo del mondo, dagli aquiloni giganti alla pioggia di caramelle.

Sabato 23 aprile nell’Arena Show (all’altezza dello stabilimento balneare 116) dalle 10,00 alle 12,00 si svolgono le prove di volo multiplo. Tra gli altri la star italiana del volo acrobatico Giovanni Govoni. Nel pomeriggio alle ore 14,00 “Il Drago e la Fenice” e i grandi Interpreti della tradizione orientale.
La giornata prosegue con i riflettori accesi su un grande protagonista dell’aquilonismo alle 14,30 per “Il Vento della Memoria”, volano gli Aquiloni di Philippe Cottenceau (Francia 1957-2006).

Da anni, il festival estende i suoi confini, eleggendo e convocando una delegazione, ospite d’onore che, oltre a sviluppare i temi condivisi dell’Aquilone, possa rappresentare in modo esemplare lo spirito del proprio Paese. Quest’anno, ha scelto la Francia, invitandone una folta delegazione e pianificando un “programma di volo” quanto mai ricco di sorprese, oltre ad una bella mostra del fotografo Hans Silvester, per onorare la memoria di un amico scomparso prematuramente 10 anni or sono: Philippe Cottenceau. Creatore di aquiloni, scrittore, poeta e instancabile lettore di poesie, fondò l’associazione culturale “Au fil des vents” diresse il periodico “Cahiers” e perlustrò il Pianeta sulle tracce degli aquiloni e della loro storia millenaria, scrivendo e pubblicando articoli di rara bellezza. Il “Poeta del vento” è scomparso all’età di 49 anni, lasciando un patrimonio culturale di indubbio valore e un vuoto incolmabile.

Il programma continua alle ore 15,00 con “L’Aquilone d’Autore”. Ospiti Austria, Canada, Cina e Messico con gli artisti del vento: Alfons ed Emma Müller, Ida Gasparotto, Andy Malandi, Anton e Marianne Furnhammer, Kurt Maurer, Franz Misera, Robert e Sousanne Bouchal, Ste Rauchwarter, Koli Kollman, Jan Houtermans, Gabi Drunecky, Johan e Edeltraud Hedbavny, Robert Trepanier, Jean Lamoureux, Michele Berubè, Pan Bohua, Josè Sainz.
Alle 16,30 il consueto combattimento di aquiloni della tradizione giapponese Rokkaku Challenge

Negli spazi dell’Arena Big Kites (all’altezza degli stabilimenti balneari 105-110)
Dalle 10,00 alle 18,00 i Soft kites, il Volo di Aquiloni giganti, con Edoardo Borghetti (Italia), Jurgen e Gabi Ebbinghaus (Germania), Molina per Aria (Italia), Alfons e Emma Müller (Austria), Team No Limits (Germania), George e Jackye Penney (UK), Jon Tan e Irene Teo (Singapore), Marc Theato e Claudia Guhnemann (Lussemburgo), Jan e Jolanda Van Leewen (Olanda), Rolf Zimmermann (Germania).

Alla Tenda Lab (stabilimento 124) dalle 10,00 alle 18,00 il consueto laboratorio di aquiloni tanto amato dai bambini.

Nella Tenda Francia (stabilimento 124) inaugura alle 10.00 e rimane aperta fino alle 18 la mostra dal titolo: “Viaggiando con Philippe Cottenceau”. In mostra le fotografie del celebre fotoreporter Hans Silvester.
Come ogni anno è allestita la Fiera del Vento che dalle 9,30 alle 19,30 propone gastronomie, mercatino, area giochi. Permanente dalle 10,00 alle 18,00 anche Il giardino dei fiori impossibili - Inflatable Sculptures di Pete Hamilton (UK).

Alle 21,30, da non perdere sono i suggestivi voli in notturna dal titolo “Bussa il cielo e ascolta il suono”, gli spettacoli di aquiloni con le luci della sera e i piedi nella sabbia, creano un’atmosfera unica e concedono al pubblico uno spettacolo emozionante.

Per informazioni: ARTEVENTO
Via Uberti 33 - 47521 Cesena
Tel. (+39) 0547 21501 Mobile 380 2552273
http://www.artevento.com

lunedì 18 aprile 2016

Legambiente Cervia: continuiamo l'azione concreta sul territorio

Il Referendum del 17 aprile secondo le regole vigenti, ampiamente discutibili, non è valido. E' stata persa un'occasione importante per togliere alcuni privilegi, tutelare maggiormente il nostro mare e ridurre la subsidenza vicino alla costa. Rincuora sapere che circa un terzo del Paese ha responsabilmente partecipato alla vita di questo Paese. Merito ai milioni di cittadini che sono andati ai seggi e che hanno voluto esprimere una voglia di futuro e di modernità. Che rimane irrinunciabile.

Legambiente Cervia, come già annunciato, non si ferma e continua la campagna ambientale "Amo Cervia, naturalmente" per uno sviluppo sostenibile contro le grandi criticità ambientali della costa: subsidenza (sprofondamento del suolo), erosione della costa, avanzamento del cuneo salino e ingressione marina (inondazioni).

E' una campagna ambientale permanente che Legambiente Cervia ha lanciato nel 2012. Non solo opera di sensibilizzazione e di acquisizione dei rapporti e studi ambientali, ma soprattutto decine di atti concreti con osservazioni e proposte inviate ufficialmente agli enti competenti all'interno di percorsi partecipativi e amministrativi. Un'importante petizione che ha visto l'adesione di centinaia di cittadini. E ancora numerose segnalazioni ed esposti agli organi di polizia e vigilanza, che quasi sempre hanno trovato accoglimento.

Crediamo che questo lavoro di volontariato ed informazione sul territorio rappresenti un valido contributo. A Cervia la percentuale di votanti è stata nella media nazionale e superiore alla media provinciale. Rispetto alla vicinissima Ravenna la percentuale di votanti a Cervia è stata di circa 5 punti percentuali in più. Un segnale importante, pur con l'amarezza di non avere visto il miracolo del raggiungimento del quorum per un referendum ampiamente osteggiato da poteri forti.
Merito ai tantissimi cittadini che hanno dimostrato di credere in un futuro moderno ed in uno sviluppo sostenibile. E che non si arrendono.

Il volontariato di Legambiente Cervia contunua convintamente e concretamente l'azione. Stiamo predisponendo due documenti sulla gestione delle aree naturali zps e sic con osservazioni e proposte da presentare entro il termine del 22/4 all'ente "Parco Delta del Po" ed al Comune di Cervia. E per i prossimi mesi stiamo preparando ancora nuove inziative per una modernità sostenibile. In azione, naturalmente!

Legambiente Cervia


venerdì 15 aprile 2016

Referendum Trivelle: domenica 17 aprile voto sì

Oggi si chiude la campagna referendaria e cogliamo l'occasione per ringraziare tutti coloro che ci hanno seguito e supportato. Tantissimi cittadini che ci hanno rafforzato l'entusiasmo e la passione che mettiamo sempre nel nostro volontariato.

Legambiente Cervia ha voluto dare il maggior contributo possibile a questa campagna referendaria, collaborando strettamente anche con il Blog CerviaParla.it. Sono stati pubblicati molti post sul blog per documentare e cercare di fare comprendere nel miglior modo il tema e le implicazioni del referendum. Sono stati pubblicati decine di post sulle piattaforme social. Abbiamo distribuito volantini informativi. Abbiamo partecipato ad incontri in qualità di relatori. Insomma ce l'abbiamo messa tutta.

Comunque vada questo referendum, noi manterremo ai massimi livelli l'attenzione sulle criticità ambientali della costa, che stiamo denunciando da cinque anni. Subsidenza, erosione costiera, intrusione salina ed ingressione marina. Dal 2011 Legambiente Cervia ha messo al centro dell'attenzione queste vere e proprie emergenze ambientali e, con la soddisfazione di essere stati utili, queste tematiche ora sono considerate priorità dalla nostra associazione a livello nazionale.
Legambiente Cervia continuerà ad essere più che mai attiva su queste tematiche. Abbiamo già programmato nuove iniziative. Vogliamo che gli enti competenti mettano in atto subito le misure per il contenimento delle criticità ambientali della costa.

Resta quantomeno incomprensibile e spesso inaccettabile il silenzio sul referendum di molte amministrazioni locali della costa. Ma anche quello di molti esponenti politici, senza distinzione di colore politico. Non ci sono parole inoltre sulla mancata adesione della Regione Emilia Romagna nella richiesta del referendum.


Il referendum del 17 aprile rappresenta infatti un'opportunità. Il SI' è per togliere ai petrolieri concessioni senza limiti di tempo. L'eventuale vittoria permetterebbe di ridurre gradualmente i prelievi di gas e petrolio dalle piattaforme marine entro le 12 miglia dalla costa, potendo così ridurre anche la subsidenza causata dall'uomo. E incentivando il passaggio, non solo possibile ma necessario, alle energie rinnovabili.

Vogliamo la modernità. #VotaSi.

I post di Legambiente Cervia sul referendum pubblicati su questo blog:


Legambiente: fenomeno subsidenza, vera criticità ambientale

La carta della subsidenza nella zona di Lido di Dante.

Legambiente pubblica il dossier "Piattaforme e attività di ricerca entro le 12 miglia". Sulla base dei dati 2015 del Ministero dello Sviluppo economico.

Viene precisato inoltre che nella zona dell’Alto Adriatico è presente il fenomeno della subsidenza, cioè l’abbassamento del suolo. L’estrazione di gas sotto costa, anche se non è l’unica causa di tale fenomeno, resta il principale fenomeno antropico che causa la perdita di volume del sedimento nel sottosuolo generando un abbassamento della superfice topografica.

I dati dei monitoraggi Arpa evidenziano come le conseguenze più rilevanti si registrano in particolare sulla fascia costiera dell’Emilia Romagna che negli ultimi 55 anni si è abbassata di 70 cm a Rimini e di oltre un metro da Cesenatico al delta del Po. Alcuni studi riportano come l'abbassamento di un centimetro all'anno comporta, nello stesso periodo, una perdita di un milione di metri cubi di sabbia sui 100 km di costa. Assegnando alla sabbia utilizzata per il rinascimento delle spiagge il costo di 13€/m³, ogni anno andrebbero spesi 13 milioni di euro per rimpiazzare la sabbia persa. Nella fascia costiera, tra il 1950 e il 2005 tra Rimini e il delta del Po, per via dell'abbassamento di circa 1 metro, sono andati perduti circa 100.000.000 m³ di sabbia, con un danno stimato di 1,3 miliardi di euro, contro i 7,5 milioni di euro all’anno ottenuti come Royalties dalle compagnie petrolifere. Il costo per la collettività è quindi maggiore del guadagno. La subsidenza aumenta inoltre l’impatto delle mareggiate e delle piene fluviali, favorendo l’erosione costiera, con perdita di spiaggia ed effetto negativo sulle attività turistiche rivierasche.

Al referendum del 17 aprile #votaSi per dire #StopTrivelle

giovedì 14 aprile 2016

Greenpeace: azione dimostrativa anti trivelle a Ravenna


Greenpeace in azione presso la piattaforma Agostino B, al largo di Marina di Ravenna, per sensibilizzare gli italiani sul referendum del prossimo 17 aprile contro le trivelle nei nostri mari.

L'associazione ha pubblicato anche un interessante studio sull'inquinamento provocato dalle attività estrattive in Adriatico dall'eloquente titolo "Trivelle fuorilegge". Greepeace afferma per questo di avere presentato esposto in 30 procure della Repubblica.

Quasi paradossalmente, secondo l'articolo del Corriere di Romagna Greenpeace sarebbe stata oggetto di esposto da parte di Eni proprio per l'azione dimostrativa. Motivo: «Con il blitz, rischio fughe di gas».

Ma per fare emergere problemi di sicurezza di tale gravità, bastano due gommoni e alcuni attivisti che attaccano due striscioni? E perchè, come viene riportato dal giornale, se è vero che ci sono tali rischi le piattaforme sono deserte? Crediamo che gli enti competenti dovrebbero spiegarlo.

#VotaSi per dire #StopTrivelle.

Trivelle: cosa accade sotto molte piattaforme? La video inchiesta

Se volete vedere cosa succede sotto molte piattaforme in mare guardate il video ... toccherete con mano l'inquinamento causato dalle acque di produzione, sulla base dell'inchiesta del La7...

Italian Offshore è una video inchiesta di Piazza Pulita La7 sul mondo dell'estrazione di idrocarburi nei mari italiani. In quattro brevi capitoli vengono trattati quattro casi emblematici dei problemi causati da questa attività. Uno sversamento nascosto per anni, l'inquinamento causato dalle acque di produzione, l'abbassamento del suolo e il miraggio occupazionale sono indagati attraverso reportage in mare e con l'utilizzo di fonti inedite e interviste esclusive.

Da guardare per sapere - a maggior ragione - che andare a votare al Referendum di domenica 17 aprile è molto importante. #VotaSi per dire #StopTrivelle.



mercoledì 13 aprile 2016

Trivelle: appuntamento a Rimini per il gran finale

Festa finale in piazza Cavour del comitato nazionale per il SI al referendum
Giunge al termine la campagna referendaria sulle trivellazioni in mare, in vista della consultazione di domenica 17 aprile. Come gran finale, questo venerdì 15 aprile, andranno in scena in tutta Italia manifestazioni ed eventi per celebrare la mobilitazione di questi mesi e per rivolgere un ultimo appello prima del silenzio di sabato. Tra questi, il comitato nazionale “vota SI per fermare le trivelle” ha deciso di puntare forte su Rimini, che diventerà una delle piazze principali della giornata con un grande evento festoso in Piazza Cavour.

Dalle 18.30 alle 23.00 si alterneranno sul palco musicisti locali e non “Uniti per salvare il nostro mare”, assieme ad interventi di prestigio del mondo ambientalista, tra cui Luca Iacoboni (responsabile campagna energia e clima di Greenpeace Italia) e Davide Sabbadin (responsabile efficienza energetica di Legambiente). Tra gli ospiti sarà inoltre presente Enzo Di Salvatore, del Coordinamento Nazionale No Triv, costituzionalista estensore del quesito referendario. A condurre la serata Pina Manente (giornalista) e Marco Santarelli, esperto di reti ed energia, ideatore insieme a Margherita Hack del format scientifico divulgativo "La Scienza in Valigia", con collaborazioni con Sky e Marco Polo, che concluderà la serata di piazza Cavour. Entrambi abruzzesi e fra gli organizzatori del "Concerto per l'Adriatico" che nell'agosto del 2015 ha riunito migliaia di persone a Roseto per gli Abruzzi a sostegno della campagna contro le trivelle in mare in una regione, l'Abruzzo, dove si sono registrate le prime vittorie giuridiche contro le multinazionali del petrolio in seguito ai ricorsi presentati dagli enti locali.
Ufficio stampa Legambiente ER

Sporco petrolio, il dossier di Legambiente

Sporco petrolio, il dossier di Legambiente presentato pochi giorni fa, racconta l’altra faccia dell’oro nero. Alcune storie emblematiche tra illegalità, corruzione e inquinamento ambientale. Dal più recente caso del Centro Oli di Viggiano e dei casi collegati di Tempa Rossa (Pz) e Augusta (Sr), alla vicenda relativa alla piattaforma Vega A al largo delle coste di Pozzallo (Rg), fino alla storia della Raffineria di Gela; dall’inchiesta sulla raffineria di Cremona a quella di Livorno, senza tralasciare indagini e sentenze su siti meno noti ma ugualmente coinvolti dall’illegalità che spesso caratterizza la filiera del petrolio.

Scarica il dossier di Legambiente "Sporco petrolio"


sabato 9 aprile 2016

Referendum Trivelle: conferenza a Cervia, l'Italia non si trivella

Lunedì 11 aprile, alle ore 20.30, a Cervia nella Sala Comunale di P.zza xxv Aprile si parlerà del referendum per l'abrogazione della norma relativa al decreto Sblocca Italia sul prolugamento delle concessioni di ricerca e coltivazione di idrocarburi entro le 12 miglia marine.

Relatori Roberto Lucchi, direttore Confesercenti Ravenna, e Marino Previtera , rappresentante Legambiente territoriale.
Tanti gli aspetti legati a questo referendum. Aspetti occupazionali. Nuovi posti di lavoro in caso di necessario rilancio delle rinnovabili, ma anche per la dismissione e lo smantellamento graduale delle piattaforme con ripristino dei luoghi; nessun posto di lavoro a rischio nell'immediato a seguito dell'auspicabile vittoria del referendum. Aspetti economici e fiscali che vedono l'applicazione ai petrolieri di vantaggiose franchigie royalties e canoni di concessione. Aspetti energetici e ambientali. L'analisi dei rischi di incidenti e di inquinamento, oltre allo sprofondamento da subsidenza messi a confronto con le quantità di petrolio e gas estratte dai pozzi oggetto del referendum, irrisorie per il fabbisogno nazionale.
La conferenza è organizzata congiuntamente da Partito Socialista Italiano , Rifondazione Comunista e SEL .

venerdì 8 aprile 2016

Referendum Trivelle: 10 buoni motivi per VOTARE SÌ



10 buoni motivi per VOTARE SÌ al referendum di DOMENICA 17 APRILE

Ci sono tanti buoni motivi per cui dobbiamo andare a votare SÌ al referendum del 17 aprile. Per mettere un freno all’estrazione di petrolio e gas nei nostri mari, per non privilegiare gli interessi di pochi, per non esporci a inutili rischi ambientali, per cambiare il futuro energetico del nostro Paese, che non può che essere rinnovabile. Dobbiamo andare a votare SÌ e convincere gli indecisi. Dobbiamo raggiungere il quorum (il 50% + 1 degli aventi diritto) e dire SÌ all’unico futuro che l’Italia merita: rinnovabile, pulito e giusto.
Legambiente
  • VOTANDO SÌ
diamo una scadenza certa alle concessioni di petrolio e gas in mare entro le 12 miglia dalla costa. La vittoria del referendum cancellerà l’ennesimo regalo fatto alle compagnie petrolifere grazie all’approvazione della Legge di Stabilità 2016, che permette loro di estrarre petrolio e gas nei nostri mari entro le 12 miglia, senza alcun limite di tempo. Se vince il SI, sarà ripristinata la norma precedente che prevede una scadenza temporale per ogni concessione.
  • VOTANDO SÌ
non rinunciamo a una risorsa strategica. Il contributo delle attività estrattive entro le 12 miglia sono pari al 3% dei nostri consumi di gas e meno dell’1% di petrolio: quantitativi ridicoli per i nostri fini energetici, a fronte di rischi incalcolabili. Un contributo energetico che è abbondantemente compensato dal calo dei consumi in atto e che non comporterebbe alcun aumento di importazione. Se vince il SI, il popolo italiano dirà che questo gioco non vale la candela.
  • VOTANDO SÌ
ci riappropriamo del nostro mare. Attualmente, solo le compagnie petrolifere che operano entro le 12 miglia godono del privilegio di concessioni a tempo indeterminato. Nessuna concessione di un bene dello Stato può essere affidata a un privato senza limiti di tempo, come prevede anche la normativa comunitaria. Se vince il SI, sarà ripristinata la data di scadenza delle concessioni e il bene pubblico resterà tale.
  • VOTANDO SÌ
diamo più forza alle fonti rinnovabili. Le energie rinnovabili coprono il 40% dei consumi elettrici del nostro Paese, sono sempre più efficienti e rappresentano la prima voce di investimento nel mondo. Ad esempio, incentivando il biometano, potremmo ricavare una quantità di gas 4 volte maggiore a quello estratto nei mari italiani entro le 12 miglia. Se vince il SI, potremo finalmente puntare sulle rinnovabili e non più sulle fossili.
  • VOTANDO SÌ
diminuiamo i rischi e abbiamo garanzie sulla dismissione degli impianti. Non dare scadenza temporale alle concessioni vuol dire anche lasciare nel mare piattaforme e pozzi a tempo indeterminato. Questo aumenta di molto il rischio di incidenti. Se vince il SI, avremo la garanzia che le compagnie, una volta scaduta la concessione, smantellino piattaforme, pozzi e tutte le infrastrutture, come previsto dalla legge.
  • VOTANDO SÌ
cancelliamo i privilegi di cui godono le lobby petrolifere. Il 70% delle concessioni produttive oggetto del referendum non paga le royalties, perché estrae un quantitativo minore della franchigia prevista dalla legge. Il risultato è che nulla è versato nelle casse dello Stato. Se vince il SÌ, elimineremo questi privilegi e non continueremo a “svendere” il nostro mare.
  • VOTANDO SÌ
fermiamo le trivellazioni ancora consentite nelle 12 miglia dalla costa. Oggi nel nostro Paese non è possibile ottenere nuovi permessi per trivellare entro le 12 miglia. Ma nulla impedisce che, nell’ambito delle concessioni già rilasciate e attualmente senza scadenza, siano installate nuove piattaforme e perforati nuovi pozzi, come nel caso delle piattaforme VegaB nel canale di Sicilia e Rospo Mare in Abruzzo. Se vince il SI, elimineremo il pericolo di nuove trivellazioni entro le 12 miglia.
  • VOTANDO SÌ
creiamo altra occupazione nel settore energetico, quello rinnovabile e dell’efficienza. Non sarà il referendum a mettere a rischio i posti di lavoro del settore di estrazione di petrolio e gas, comparto già in crisi da tempo: il 35% delle compagnie petrolifere sono già ad alto rischio fallimento, visto il crollo del prezzo del petrolio. Se vince il SI, possiamo dare gambe alle rinnovabili, raggiungendo i risultati della Germania con 400mila occupati nel settore.
  • VOTANDO SÌ
diamo un contributo alla lotta ai mutamenti climatici. Alla COP21 di Parigi dello scorso dicembre, il Governo italiano - insieme ad altri 194 paesi - ha sottoscritto uno storico impegno a contenere la febbre della Terra entro 1,5 gradi centigradi, dichiarando fondamentale l’abbandono dell’utilizzo delle fonti fossili. Se vince il SI il popolo italiano sarà coerente con questo impegno.
  • VOTANDO SÌ
difendiamo il nostro diritto a decidere sulle scelte importanti del nostro Paese.


giovedì 7 aprile 2016

Legambiente: trivelle, le bugie sul referendum



Maggiori informazioni: scarica il pdf Facciamo chiarezza

Questa volta la parola è stata data ai cittadini, su richiesta di 9 regioni.
Fatti sentire, il 17 aprile vota Sì.

#‎StopTrivelle

mercoledì 6 aprile 2016

Legambiente: petrolio e politica, #StopTrivelle

Petrolio e politica

Concessioni a vita, royalties irrisorie e deducibili dalle tasse, sconti:
Legambiente fa il punto su tutti i privilegi
di un settore anacronistico e inquinante
Ma che continua a determinare la politica energetica del Paese


Non serviva la vicenda Guidi-Boschi per mostrare quanti legami esistono tra grandi gruppi petroliferi e politica italiana. L’emendamento per sbloccare le trivellazioni a Tempa Rossa è forse solo la punta dell’iceberg, ma sono innumerevoli i provvedimenti che, anno dopo anno, in Leggi finanziarie o decreti d’urgenza, hanno consentito di costruire un sistema di regole a tutto vantaggio di coloro che estraggono petrolio e gas.
Dalle concessioni a vita per le piattaforme (e nessun controllo sullo smantellamento) introdotte nella legge di stabilità 2016, alle royalties irrisorie (e deducibili dalle tasse), dai costi minimi per le aree in concessione, ai milioni di euro (246) in investimenti e finanziamenti da enti pubblici: Anche solo elencando queste voci, fa abbastanza sorridere la dichiarazione del Ministro Elena Boschi sul Governo sotto attacco perché sta facendo la guerra alle lobby. La realtà infatti, è ben altra. Basti pensare allo Sblocca Italia approvato per venire incontro alle richieste di Assomineraria per togliere ogni barriera alle concessioni per l’estrazione di fonti fossili, togliere ogni ruolo a Regioni e Enti Locali nelle procedure e ridurre fino al massimo consentito dalle Direttive europee il ruolo delle valutazioni ambientali, solo per riferirci alla storia recente.

“Nel 2016 i privilegi di cui godono i petrolieri risultano del tutto insopportabili per ragioni di giustizia e di difesa del pianeta dai cambiamenti climatici – ha dichiarato il vice presidente di Legambiente Edoardo Zanchini -. Tanto più che le fonti rinnovabili, efficaci e competitive da un punto di vista economico, vengono frenate da questi privilegi e da assurde nuove barriere che ne impediscono la diffusione in un Paese che avrebbe tutto da guadagnare nel diventare sempre meno dipendente dalle fonti fossili e dalle importazioni. Insomma, la transazione verso l’energia pulita sarebbe il processo più logico e sensato se il nostro ministero dello Sviluppo economico non fosse in realtà un ministero del Petrolio anni ‘50 ”.

Nello specifico, rispetto alle concessioni, con l’ultima legge di stabilità 2016 il Governo, mentre vietava tutte le nuove attività entro le 12 miglia marine, stabiliva che tutti i titoli abilitativi già esistenti potessero andare avanti fino a vita utile del giacimento, ovvero a tempo illimitato: bel regalo alle compagnie petrolifere che oggi possono quindi estrarre petrolio e gas entro le dodici miglia a loro piacimento, senza alcun limite di tempo, senza dover interpellare nessun altro ente competente e senza doversi preoccupare troppo dell’obbligo di smantellamento delle piattaforme e di ripristino dello stato inziale dei luoghi, legato, con questa norma, alla fine delle attività. Fine che solo le compagnie petrolifere decideranno.

Le royalties in Italia sono pari solo al 10% per il gas e al 7% per il petrolio in mare. Sono inoltre esenti dal pagamento di aliquote allo Stato le prime 20 mila tonnellate di petrolio prodotte annualmente in terraferma, le prime 50 mila tonnellate di petrolio prodotte in mare, i primi 25 milioni di metri cubi standard di gas estratti in terra e i primi 80 milioni di metri cubi standard in mare: cioè, entro quei limiti è tutto gratis. Così. Nel 2015 su un totale di 26 concessioni produttive solo 5 di quelle a gas e 4 a petrolio, hanno pagato le royalties. Tutte le altre hanno estratto quantitativi tali da rimanere sotto la franchigia e quindi non versare il pagamento a Stato, Regioni e Comuni.

Molto conveniente anche per le imprese straniere, che altrove trovano ben altre condizioni: in Danimarca dove non esistono più royalties ma si applica un prelievo fiscale per le attività di esplorazione e produzione, questo arriva fino al 77%. In Inghilterra può arrivare fino all’82% mentre in Norvegia è al 78% a cui però bisogna aggiungere dei canoni di concessione. Se in Italia avessimo portato le royalties al 50%, (proposta avanzata da Legambiente), nel 2015 ci saremmo trovati invece che con un gettito di 352 milioni di euro con uno da 1.408 milioni.

Le royalties si possono ovviamente dedurre dalle tasse: altro regalo sostanzioso a beneficio delle sole imprese, visto che gas e petrolio sono beni di tutti e per questo dovrebbero essere sottoposti a tassazioni giuste e trasparenti.
Ma anche i canoni per la prospezione, ricerca, coltivazione e stoccaggio sono bassissimi: dai 3,59 euro a kmq per le attività di prospezione, ai 7,18 per i permessi di ricerca, fino ai 57,47 euro circa a kmq per le attività di coltivazione. Serve un aggiornamento che introduca cifre finalmente adeguate, come quelle adottate da altri stati europei: almeno 1.000 euro/kmq per la prospezione, 2 mila per le attività di ricerca fino a 16 mila per la coltivazione. In questo modo le compagnie petrolifere potrebbero versare alle casse dello Stato oltre 300 milioni di euro rispetto all'attuale milione.
246 milioni di euro in investimenti e finanziamenti da enti pubblici (The fossil fuel bailout: G20 subsidies for oil, gas and coal exploration di ODI): si tratta di aiuti erogati sotto forma di investimenti e finanziamenti da enti pubblici come Cassa Depositi e Prestiti (CDP) e Servizi Assicurativi del Commercio Estero (SACE). A questi aiuti indiretti vanno aggiunti quelli più diretti legati alla riduzione dell'accisa sul gas naturale impiegato negli usi di cantiere, nei motori fissi e nelle operazioni di campo per la coltivazione di idrocarburi, pari a 300 mila euro nel 2015 e previsti in egual misura fino al 2018.

E fin qui i privilegi alle fossili, che vengono però assai amplificati dai freni alle rinnovabili. Infatti, al biometano, che rappresenta l’alternativa più concreta e con le maggiori prospettive di crescita all’utilizzo di gas di origine fossile, è vietato entrare in concorrenza. Al contrario di quanto avviene in Germania, per esempio, dove è consentito ad aziende agricole o discariche che ottengono biometano di immetterlo nella rete, da noi è vietato. In Germania questo è un settore fiorente con un ruolo crescente come alternativa al gas naturale, mentre da noi è tutto fermo, nonostante le potenzialità che secondo il CIB (Consorzio italiano biogas), sono tali da superare il 13% dei consumi e di creare 12mila posti di lavoro in particolare al Sud. Le ragioni? Mancano i passaggi tecnici per fissare le regole di immissione stabilite dal i ministero dello Sviluppo economico e Autorità dell’energia. Un passaggio che per una volta farebbe l’interesse generale e non quello dei petrolieri.

Comunicato stampa Legambiente onlus

martedì 5 aprile 2016

Trivelle: mappa delle piattaforme in Emilia Romagna


La mappa delle trivelle in mare entro le 12 miglia nella nostra regione: quando scadono le concessioni, quanto estraggono, dove sono!

Referendum 17 aprile: fermare la politica fossile del no


I cambiamenti climatici sono purtroppo già in atto. L'Agenzia Europea dell'Ambiente li definisce "un fenomeno attuale". E continua affermando che "si prevede che tali cambiamenti continueranno e che gli eventi climatici estremi all’origine di pericoli quali alluvioni e siccità diventeranno sempre più frequenti e intensi". Per fermare o almeno rallentare tutto questo scrive che "le emissioni globali di gas a effetto serra devono stabilizzarsi nel decennio attuale e ridursi del 50 %, rispetto ai livelli del 1990, entro il 2050." In altri termini significa prevalentemente ridurre l'impiego di energie da combustibili fossili. E siamo già in ritardo.

Eppure una certa politica "fossile" continua a negare l'evidenza o a sminuire il problema. Correndo dietro l'oro nero con tutti gli interessi di lobby e petrolieri ed i problemi ambientali già in atto.

Quantità di petrolio e gas, tra l'altro, irrilevanti per una seria strategia energetica nazionale, ma che mettono a rischio le vere ricchezze d'Italia. Turismo, arte, ambiente, paesaggio.

Quali sarebbero le conseguenze economiche ed ambientali in caso di incidente ad uno di questi pozzi di estrazione in un mare chiuso come il nostro?

Questa volta la parola è stata data ai cittadini, su richiesta di 9 regioni.
Fatti sentire, il 17 aprile vota Sì.

Legambiente Cervia

#‎stoptrivelle‬

lunedì 4 aprile 2016

Trivelle: la Croazia ha già deciso uno stop

Anche se sui social girano delle clamorose bufale, la Croazia ha già deciso una moratoria sulle trivelle... spesso da noi invece i politici che governano fanno un po' fatica - diciamo così :) - a comprendere dove si trova il vero petrolio d'Italia. Turismo, arte, ambiente, paesaggio, rinnovabili.
Questa volta la parola è stata data ai cittadini, su richiesta di 9 regioni.
Fatti sentire, il 17 aprile vota sì.

#‎stoptrivelle‬

domenica 3 aprile 2016

Trivelle: "Renzi ha usato argomentazioni da venditore di pentole"


Sul referendum del 17 aprile, Emiliano (PD), presidente della Regione Puglia, sostiene che Renzi ha usato argomentazioni da venditore di pentole.

Votare è un diritto e un dovere. In questo caso è anche un'opportunità unica. Sì all'oro blu, colore dei nostri mari, puntando sull'economia sostenibile del turismo. Il 17 aprile vota Sì.

#‎stoptrivelle‬

sabato 2 aprile 2016

Referendum 17 aprile: quello che occorre sapere. #stoptrivelle

Referendum 17 aprile: per serietà bisogna dire che il quesito è molto specifico. Abbiamo selezionato questo servizio che in maniera sintetica ma piuttosto completa spiega di cosa stiamo parlando.
Votare sì al referendum può assumere però anche il messaggio per dire ad una politica miope che i cittadini vogliono tutelare il proprio mare e il proprio ambiente. Significa volere dire sì all'oro blu, colore dei nostri mari, puntando sull'economia sostenibile del turismo. Significa dire sì alle energie rinnovabili e pulite.
Il 17 aprile vota Sì.
Legambiente Cervia

‪#‎stoptrivelle‬