giovedì 23 settembre 2010

Legambiente su nuova variante al PRG di Cervia


Di seguito la presa di posizione ufficiale di Legambiente Emilia-Romagna in merito all'annunciata e ulteriore Variante al ricettivo.

Forte preoccupazione di una nuova iniezione di cemento sulla costa
Non si confonda l’interesse di pochi con lo sviluppo dell’economia


Legambiente Emilia-Romagna esprime forte preoccupazione per il recente annuncio del Comune di Cervia di un imminente variante al PRG, relativa al settore ricettivo.
Si tratta di una operazione di ridisegno del territorio, che gli stessi decisori politici hanno definito “cruciale” ma non risulta sia stato attivato nessuno degli strumenti istituzionali per garantire la partecipazione popolare alle scelte sul futuro del proprio comune.

Dalle prime informazioni si tratterebbe ancora di una nuova dose di mattoni sulla costa, un territorio già saturo dal punto di vista urbanistico.
In questi ultimi anni infatti il territorio di Cervia ha visto diverse “iniezioni” di cemento, sia tramite la recente variante al ricettivo del 2004, sia tramite l’utilizzo di volumi “ombra”, come ad esempio i balconi, che secondo il PRG non fanno superficie utile.
Balconi talmente ampi da aumentare di molto le sagome rispetto a quanto sarebbe possibile ottenere applicando le volumetrie previste dal PRG, arrivando addirittura ad approvare singole costruzioni con balconi dalle dimensioni quasi doppie rispetto alla superficie coperta.

Nel 2008 Legambiente aveva assegnato la bandiera nera all’amministrazione di Cervia (non alla località) affermando allora che pur “disponendo di una natura di pregio, si continuava ad alimentare una assurda e dannosa speculazione edilizia (e un enorme consumo di suolo), contribuendo a degradare un patrimonio naturale di grande valore che, se ben conservato e tutelato, costituirebbe una vera e propria assicurazione sul futuro del territorio, dell'economia e dell'occupazione. “
Dispiacerebbe rilevare che quello stimolo non sia stato accolto e che la strada intrapresa dall’amministrazione comunale continui nella direzione sbagliata.

Legambiente ritiene che degradare ulteriormente il patrimonio naturale incentivando nuovo cemento sia un operazione che può sicuramente fare l’interesse di qualcuno a breve termine ma non certo quello del settore turistico e della collettività.
Altre sono invece le strade da battere, come quella della promozione degli elementi naturali del territorio o la creazione di un trasporto pubblico efficiente anche per l’utenza turistica.

Legambiente esorta a non deliberare ulteriori varianti e procedere invece all’approvazione di un PSC la cui elaborazione comporti un vero coinvolgimento dei cittadini e che disegni strategie organiche per il futuro del Comune, riqualificando aree già compromesse senza utilizzarne di nuove.

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