martedì 27 gennaio 2009
L'Italia fondata sul cemento
Il blog riporta l'interessantissimo articolo di Raffaele Lupoli edito dalla rivista "La nuova ecologia" del 26/11/2008.
"Dalla Sicilia alla Lombardia espansioni urbanistiche, progetti turistici “a mare” e Comuni che chiedono meno regole. Intanto nel 2007 sono sorte 732mila nuove costruzioni. Così avanza l’Italia del mattone
UN PAESE CHE DIVORA SÉ STESSO, a colpi di ruspe e nuove costruzioni. Tra il 1990 e il 2005 in Italia è stato “mangiato” il 17,06% del territorio. E dal 1982 al 2005, in appena 25 anni, quasi 6 milioni di ettari di suolo agricolo sono stati edificati, mentre la superficie coltivata ha perso 3,1 milioni di ettari. Come se Sicilia e Piemonte da verdi praterie si fossero trasformati negli anni in arido cemento. Ma com’è potuto accadere?
Interessi miopi
«In tutta Italia – avverte Francesco Musco, docente di pianificazione ambientale allo Iuav di Venezia – le leggi urbanistiche e i nuovi strumenti di pianificazione non riescono ad arginare il fenomeno. Per la zavorra dei vecchi piani regolatori e delle migliaia di varianti. Poi perché norme e restrizioni non bastano a regolare interessi economici e comportamenti sociali». Già, interessi economici e miopia della classe dirigente. Così da noi il consumo di suolo rimane relegato alle tavole rotonde mentre in Germania, già nel ‘99, l’allora ministro dell’Ambiente Angela Merkel obbligava per legge a recuperare almeno il 70% di suolo già urbanizzato in caso di nuove costruzioni. E in Gran Bretagna, due anni dopo, Tony Blair ha avviato la crescita urbanistica di Londra senza rubare un solo ettaro alle campagne circostanti. A riprova che la volontà politica è un grosso volano per il cambiamento.
Immobiliare bipartisan
In Italia invece prosperano palazzinari e furbetti del quartierino, amministratori che confondono la ricerca del consenso con gli accordi sottobanco, banchieri che si buttano sul mattone certi di fare tanti soldi e subito. Insomma, l’edilizia è per gran parte in mano a quel “partito del cemento” ben raccontato, per quanto riguarda la Liguria, nell’omonimo libro di Ferruccio Sansa e Marco Preve. Lo conferma, a sentire la procura di Firenze, l’indagine che coinvolge due assessori della giunta Domenici. Sponsorizzazioni ottenute da Fondiaria-Sai e favori a congiunti e amici in cambio della trasformazione urbanistica dell'area di Castello, di proprietà della stessa Fondiaria. Su queste circostanze si muoverebbe l'ipotesi di corruzione per la quale sono indagati gli assessori alla Sicurezza e vivibilità Graziano Cioni e all’Urbanistica Gianni Biagi, insieme all'imprenditore (e presidente onorario di Fondiaria-Sai) Salvatore Ligresti e ad altri professionisti. Secondo gli inquirenti, Cioni avrebbe garantito al gruppo Ligresti il suo sostegno politico nelle scelte urbanistiche fiorentine, ottenendo in cambio una serie di gratifiche. Gli indagati respingono le accuse e presagiscono che «qualcuno pagherà i danni per calunnia o diffamazione».
Mattone senza crisi
Regione che vai speculazione che trovi. Non a caso, rileva l’Agenzia del territorio, soltanto lo scorso anno in Italia sono spuntate 732.157 nuove costruzioni per un valore di 46 milioni. E nonostante la crisi c’è da aspettarsi che la speculazione non rallenti la sua corsa. Basta pensare alle osservazioni dei comuni al Piano territoriale paesistico del Lazio o alla recente approvazione in Sicilia di una legge che rende teoricamente possibile la trasformazione di tutte le spiagge in campi da golf. A ottobre, con voto segreto, l'Assemblea siciliana ha dato il via libera definitivo ai “green” entro i 150 metri dal mare. A ringraziare è innanzitutto Sir Rocco Forte e il suo Golf resort di Sciacca (Agrigento), bloccato perché i suoi campi avevano sconfinato oltre la fascia di rispetto di 150 metri. Gran parte degli abusi del resort di Sciacca sono già stati sanati dalla Regione a posteriori con una seconda autorizzazione, dopo che la prima essere stata totalmente disattesa nella realizzazione delle opere. L'unico abuso che non può proprio essere sanato riguarda le due buche sulla spiaggia. Che gli interessi in gioco sul cemento siano alti lo conferma la scelta del presidente della Regione Sardegna Renato Soru, che ieri ha rimesso il suo mandato su questioni riguardanti l’approvazione della nuova legge Urbanistica.
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Ma fino a quando si potrà tirare la corda?"
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2 commenti:
E' veramente uno schifo...
Ma che futuro è stato creato da questa classe politica dirigente? E l'aggettivo "politica" potrebbe essere un complimento!
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