venerdì 21 novembre 2008

Turismo: il motore dell'economia cervese


La Relazione di Terenzio Medri presentata all'ultima assemblea degli albergatori Ascom presenta vari spunti di riflessione su cui molti cittadini concordano. Il blog, con il solo intento di stimolare un libero confronto al di là degli interessi di categoria, dei colori e delle bandierie e con la speranza che si uniscano le migliori energie, che non coincidono necessariamente con gli interessi più forti, prosegue con la pubblicazione di un'altra parte della relazione.

"E’ questo il momento nel quale avvertiamo l’esigenza di unire i nostri sforzi, di fare delle nostre singole imprese un’unica grande intrapresa comune, orientata all’ obiettivo di dare nuovo slancio all’attività turistica che fa di noi i protagonisti dello sviluppo economico locale.

Protagonisti, sottolineo, senza presunzione alcuna, a scanso degli equivoci che continuano a persistere in alcune componenti sociali e politiche della nostra comunità. C’è ancora chi insiste con toni risentiti sulla contrapposizione fra il settore turismo e gli altri settori economici, nel tentativo di creare una dialettica artificiosa e mantenere alto il livello di conflittualità.
La realtà, invece, è una sola, a tutti evidente: il turismo è il motore dell’economia cervese e consente non solo a noi albergatori ma a commercianti, bagnini, artigiani, industriali e agricoltori, al variegato mondo dei servizi e del terziario avanzato di esistere e progredire. È la risorsa sulla quale vive e progredisce l’intera comunità cervese. Come, allora, non concentrarsi sullo stato e sullo sviluppo di questa risorsa essenziale? Come non porre al centro dell’attenzione e delle scelte il turista, ovvero colui che trasforma il concetto astratto di turismo in presenza concreta?

Eppure,dobbiamo ancora una volta constatare che questa semplice verità, da cui dipende il benessere di Cervia, di tutti i cervesi, non è ancora acquisita. Il turista non è al centro dell’attenzione, e dunque delle decisioni. Si opera per il turismo ma in modo sciatto, discontinuo, contraddittorio.

Si adornano le aiuole con le città d’Italia e d’Europa e si lasciano viali e marciapiedi in condizioni avvilenti. Si fanno i parcheggi a pagamento con fior di multe per i trasgressori e si consente ai camper di parcheggiare indisturbati lungo viale Italia a Pinarella. Si combattono i rumori notturni degli street bar e si consente ai cantieri edili di lavorare indisturbati a ridosso degli hotel in pieno giorno. Si ottiene la certificazione ambientale EMAS e non si presta la dovuta attenzione agli scarichi inquinanti di fiumi e canali. Si organizzano cervellotici cambiamenti dei sensi di marcia della viabilità urbana, spesso a danno degli hotel, e non si fa nulla per snellire il traffico urbano e per affrontare la drammatica situazione di quello extraurbano.

L’elenco potrebbe continuare a lungo.

Si procede, in altri termini, senza un progetto organico, a interventi spot un po’ qua e un po’ là, per sensazioni, per convenienze, per amicizie.

Come può in queste condizioni crescere e rinnovarsi il nostro turismo?
Come possiamo pretendere di tornare protagonisti in Europa?"
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Provate a leggere un pò di rassegna stampa: qual'è il progetto organico e la strategia turistica impostata dai decisori istituzionali? O il tutto è demandato perlopiù alle inziative più o meno lodevoli dei singoli?

I cervesi si sono sempre dati da fare e con tutte le capacità, ma forse questo non basta più. Ad esempio contenere la pressione edilizia a salvaguardia dell'ambiente che tanto piace ai nostri turisti e verificare l'utilità e la qualità degli interventi in rapporto al contesto del territorio deve fare parte di una precisa strategia politica orientata al futuro dell'economia turistica.

La relazione presentata contiene altre riflessioni molto interessanti, che il blog proporrà più avanti.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Cervia è bellissima, ma è anche posto di contraddizioni. Questa è l'Italia di oggi, che genera anche la preoccupazione di non avere un numero di anticorpi contro la crisi quanto gli altri paesi europei e non solo.