martedì 3 febbraio 2009

Il potere tolto ai cittadini


Mi scrive Maria Angela Calonici, che mi invia delle osservazioni in merito all'evoluzione (o meglio involuzione) della politica attuale, quella che io sono convinto essere senza futuro.
I cittadini sono sempre più esposti alla fragilità del sistema. L'economia reale prosciugata per anni senza politiche lungimiranti, sta lasciando la gente con il portafoglio vuoto.
I politici invece l'accredito del compenso sul proprio conto corrente lo riceveranno regolarmente, forse con l'ennesimo aumento deciso da loro stessi con provvidenziali accordi trasversali.Casta? Ma, no! Che dici? Sei tu che sei cittadino. Tutto legale, le leggi le fanno loro.

Qualche eccezione tra i politici c'è, ma la politica deve ripartire dai cittadini.

"Dalla fine degli anni 80 sono state approvate molte leggi (ovviamente per modernizzare il Paese!) che hanno, di fatto, tolto potere ai cittadini.
Ad esempio con l'elezione diretta del Sindaco, introdotta dalla legge 81/93, il Consiglio Comunale, espressione del voto degli elettori, di fatto ha meno poteri, perciò anche i consiglieri sembrerebbero essere ormai solo dei "pigiabottoni a comando" come i parlamentari. Tutto è nelle mani del Sindaco che nomina e revoca gli assessori a suo piacimento. Ovviamente potrebbe scattare la revoca quando osano dire di no ai Suoi voleri, infatti è a Lui che spetta l'ultima parola su qualsiasi questione.

Diego Novelli in un suo saggio (Come era bello il mio PCI) ha parlato di "involuzione podestarile" della figura del Sindaco, a me pare proprio che oggi il Sindaco sia del tutto simile al Podestà di mussoliniana memoria. Certo non c'è il partito unico ma al suo posto ci sono due ammucchiate di liste che "appoggiano" i due candidati avversi e alla fine, l'ammucchiata che vince, si spartisce sgabelli e sgabellini con scientifica precisione.

E' a questo livello che scompare una reale dialettica tra maggioranza e opposizione ed è a questo livello che prende corpo quell'intreccio tra affari e politica che sta strangolando la democrazia.
Sindaco ed Assessori possono agire, di fatto, come il CdA di una qualsiasi società di diritto privato e i consiglieri della maggioranza devono sempre dire di si altrimenti.....tutti a casa. In nome della governabilità, perciò, comanda uno solo circondato dai suoi fiduciari.

E' nella sostanza la realizzazione, sul piano locale, di quel "premierato forte" pensato ai tempi della bicamerale da baffino e compagni, riproposto con la scusa della "devolution", da Calderoli & c., ossia i 4 saggi della baita di Lorenzago, con la riforma costituzionale sottoposta a referendum nel 25-26 giugno 2006.
Nel giugno del 2006 gli elettori hanno sonoramente bocciato quella riforma, nonostante il disimpegno dei partiti di sinistra nella battaglia referendaria.

Nel novembre del 2006, nonostante la bocciatura delle riforme di Calderoli&c., in un'intervista a Repubblica, Veltroni proponeva la legge che ha introdotto l'elezione diretta del sindaco come modello da seguire per realizzare le riforme istituzionali.Ossia voleva far rientrare dalla finestra quello che gli elettori avevano appena buttato fuori dalla porta.

Nel gennaio del 2008 Franceschini ci ha riprovato sostenendo che quella legge sull'elezione diretta del Sindaco, poteva andar bene anche a livello nazionale. Sembrerebbe che anche il PD, come il PDL, gradisca il modello dell'uomo solo al comando.

Personalmente resto convinta che i gli autori della nostra Costituzione abbiano consegnato agli italiani un'architettura costituzionale paragonabile ad una Ferrari, una macchina forte e potente, che attualmente sembrerebbe guidata - metaforicamente parlando e con tutto il rispetto verso le nostre istituzioni- da conducenti senza patente.

Certo, dopo sessant'anni serve qualche piccolo "emendamento", ma valutato e ponderato da chi ha titolo per farlo, non certo dagli attuali occupanti delle Istituzioni.
Pertanto sono per una MORATORIA sulle riforme Istituzionali e per l'elezione, con legge proporzionale, di un'Assemblea Costituente degna di questo nome.

Il malgoverno non dipende dalla macchina nè dipende dal numero di macchinine in campo (le regioni) ma da chi sta guidando! Il problema principale riguarda la QUALITA' degli eletti e dei nominati a governare il paese, a tutti i livelli, e in Italia si sa più che "la conoscenza" e l'onesta' contano la furbizia e "le conoscenze",ossia le raccomandazioni.
Maria Angela Calonici"

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2 commenti:

Anonimo ha detto...

Triste realtà!

Anonimo ha detto...

Il ragionamento fila. Leggete il post di Beppe Grillo sul controllo politico sulla Corte dei Conti per capire con che ceto politico abbiamo a che fare.