mercoledì 10 novembre 2010

Corruzione: come siamo arrivati a questo punto?

Percezione della corruzione
Il blog Cervia Parla.it riceve da Fiorenza Calonici il comunicato stampa del Comitato per la Trasparenza e volentieri pubblica.
"La parola trasparenza" - conclude il documento - "piace molto ai politici di destra e di sinistra, ha un suono musicale, ma sia a destra che a sinistra la pratica della trasparenza difetta vistosamente. E’ tempo di cambiare!"
E per cambiare le cose occorre prima comprenderle. Le riflessioni del Comitato per la Trasparenza sono davvero un valido contributo.

"RIFLESSIONI SULLA QUESTIONE " CONSORZIO DEI SERVIZI SOCIALI"
La graduatoria che Trasparency international, ha di recente pubblicato ci vede al 67° posto su 178 paesi censiti per l’indice di percezione della corruzione nella P.A. Il Ruanda è al 66° posto.

Come siamo arrivati a questo punto?
Ci siamo arrivati, con gradualità, attraverso modifiche legislative spacciate spesso per "modernizzazione" del sistema. A partire dal 1993 con la l.n°81 è stata introdotta l’elezione diretta del Sindaco con il conferimento al 1° cittadino di poteri forti, quasi un Podestà di mussoliniana memoria. Il Sindaco nomina e revoca i "suoi" assessori. La Giunta è quasi equiparabile ad un CDA.

Nel 1997 è’ stato abolito il reato di abuso d’ufficio non patrimoniale così, ad es., le raccomandazioni, o altri abusi d’ufficio per i quali non sia dimostrabile una qualche "dazione di denaro" non sono più punibili.

Nel 2001 la L. Costituzionale n°3 ha cancellato gli articoli che prevedevano controlli sull’attività amministrativa degli enti locali (artt.125 comma 1° e 130). All’assenza di controlli e all’abolizione di un reato molto diffuso nella P.A va poi aggiunto lo stato comatoso in cui versa la giustizia. Nessuno vuol fare quelle riforme - a costo zero - che potrebbero far funzionare i tribunali in modo diverso. Una fra tutte: l’ abolizione della prescrizione al momento del rinvio a giudizio. Da noi chi ha disponibilità di denaro per pagare avvocati sa che questi lavoreranno alacremente per arrivare alla prescrizione.

Attenzione, altra modifica legislativa post 93: il reato di falso in bilancio, dal 2002, si prescrive in quattro o sei anni (artt.2621,2622,c.c.). Dunque, ad un’attività di corruzione che può rendere molto in termini economici si affianca, pertanto, una sostanziale impunità.
Questo il quadro generale.

Sul piano locale gli intrecci tra affari e politica sono capillarmente diffusi.
E ancora una volta è dalla legge che viene "l’aiutino" per rendere poco trasparente questo legame. Infatti il TUEL, il Testo unico degli enti locali, il D.lgs 267/2000, all’art.50 al comma 8 dice:" Sulla base degli indirizzi stabiliti dal Consiglio il Sindaco e il Presidente della Provincia provvedono alla nomina, alla designazione e alla revoca dei rappresentanti del Comune e della Provincia presso enti, aziende ed istituzioni."

La "ratio" della norma, spiegano i suoi estensori, era quella di dare tutto il potere al Sindaco/Podesta’ per combattere la lottizzazione ed evitare la logica spartitoria tra partiti delle nomine dei dirigenti o dei CDA. Invece, attraverso questa norma, recepita nei diversi Statuti comunali, abbiamo assistito proprio alla realizzazione della logica spartitoria delle nomine fra i partiti che compongono la maggioranza che sostiene il Sindaco, spartizione fatta con il manuale Cencelli alla mano.

In questo operare, tutti dimenticano che le figure apicali dell’ente, i consiglieri nominati nei CDA, poiché utilizzano beni pubblici, dovrebbero farlo in quanto rappresentanti, non già degli elettori dei partiti di maggioranza nell’Ente, ma in quanto rappresentanti di tutti i cittadini, ossia di tutti gli azionisti " indiretti" del Comune.

Il momento della nomina dei dirigenti e dei componenti dei CDA e’, dunque, essenziale. Questi dovrebbero agire senza mandato imperativo del partito di riferimento. Il loro curriculum dovrebbe essere pubblico, conoscibile via web, prima della nomina, una nomina che dovrebbe essere "bipartisan" resa pubblica con evidenza speciale e fondata su sicure competenze di chi deve ricoprire l’incarico, competenze controllabili da chiunque.

Il disastroso buco di 10 milioni di euro del Consorzio dei servizi sociali è il frutto delle regole post ‘93, regole che aboliscono i controlli ormai solo formali. La sua gestione denota, quantomeno, una evidente inadeguatezza della persona nominata a dirigerlo.

Chi ha nominato il signore posto al vertice del Consorzio dei Servizi sociali? che curriculum ha presentato? Chi lo ha valutato? Chi ha precise responsabilità, politiche e tecnico-amministrative, in questa brutta storia e soprattutto, senso di responsabilità personale, dovrebbe trarne logiche e conseguenti conclusioni.
Serve trasparenza. L’Ente Pubblico ha il dovere di ascoltare e favorire la partecipazione dei cittadini alla gestione della cosa pubblica. La Costituzione(art.118 co 4 ) e una legge regionale sulla partecipazione (l.reg,E-R.115/2010) ora lo prescrivono. Quei principi vanno attuati.

La parola trasparenza piace molto ai politici di destra e di sinistra, ha un suono musicale, ma sia a destra che a sinistra la pratica della trasparenza difetta vistosamente.
E’ tempo di cambiare!"


2 commenti:

Anonimo ha detto...

Questo post è a mio avviso molto interessante ed è di grande interesse pubblico per il carattere informativo che esprime. Cervia Parla è un esempio per tutti i blogger. Grazie e non mollare mai.
LaVoceRomagnola

CerviaParla.it ha detto...

il merito dell'articolo è dell'autore... cmq grazie 1000!! ;)