giovedì 8 ottobre 2009

Nella rete del privato


Il blog riceve e pubblica un interessantissimo approfondimento di Rita Liverani in merito alla vicenda della privatizzazione delle reti del gas. Le conclusioni finali devono fare riflettere.

"La privatizzazione delle reti pubbliche è una questione molto seria, l'opposizione a questa scelta da parte di coloro che hanno a cuore il bene pubblico non dovrebbe mai essere oggetto di mediazione: per principio.

La tragedia non è l'affidamento in house, ma la gestione privatistica di certi servizi a prescindere da come questo avviene, per non parlare della sciagurata decisione di trasferire la proprietà delle RETI in mano ai privati.

E' una grande schiocchezza credere nella missione salvifica e garantista delle gare d'appalto: pensare che la pubblica amministrazione possa essere al riparo da sistemi opachi e clientelari grazie al ricorso alle aste pubbliche, è davvero ingenuo.

Se anche tutto avvenisse in modo moralmente ineccepibile, è giusto sapere che tutta la legislazione comunitaria in materia di appalti è tarata in difesa del mercato e della concorrenza e non certo a tutela dei cittadini e dei loro diritti ad avere opere o servizi di qualità, in tempi ragionelvoli, a prezzi equi e (cosa a cui nessuno mai pensa), senza lo sfruttamento del lavoro. In questo senso, il "prestatore d'opera" e "l'utilizzatore finale" contano meno di zero. Basta leggersi il Codice degli appalti, (la Bibbia di ogni ligio funzionario), per capire la filosofia che l'ispira.

La società civile ha oggi un grande problema e questo problema non è dato dal fatto che la P.A. affida la gestione dei servizi in house invece che ricorrere a gare pubbliche, ma dal fatto che affida ai privati la gestione di servizi essenziali. Comunque ciò avvenga.

Trasferire ai privati la proprietà delle RETI è poi una proposta semplicemente irricevibile.

La conclusione è molto semplice: fino a che punto siamo disposti ad accettare che la gestione del patrimonio comune (naturale, culturale e sociale) sia affidata a chi esalta le virtù della gestione privatistica e aziendalistica? Fino a quando le valutazioni economiche costituiranno l'unico elemento della scelta pubblica? In sintesi, fino a quando saremo disposti a cedere diritti in cambio di servizi? "

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ottimo intervento. E' stato toccato il cuore del problema.