mercoledì 22 ottobre 2008

La scuola nel presente, società civile senza futuro


Ci vogliono abituare a non progettare più per il futuro.
Le politiche energetiche fragili, i pochi investimenti in formazione e in ricerca e sviluppo delle aziende, il precariato nel lavoro che non garantisce una solida pensione futura, il credito al consumo che ci permette di beneficiare subito di prodotti spesso superflui sono solo alcuni esempi concreti della nostra incapacità o meglio della non volontà di pianificare con un ampio orrizzonte temporale.

E adesso, nell'indifferenza di troppi, stanno iniziando a smantellare uno dei pochi progetti strutturali orientati al futuro: la scuola.
Senza formazione di qualità non c'è futuro. Difendiamo civilmente la scuola per la sopravvivenza di una società democratica.

Non credo che questa possa essere solo una visione pessimistica. Non diamo per scontato che diritti democratici conquistati faticosamente (mai regalati) siano per sempre. Fino a un mese fa la maggior parte dei cittadini non si interogava se i nostri risparmi nelle banche sono sicuri, cosa che invece adesso, a leggere e sentire gli esperti, non sembra così scontata.

Ecco cosa scriveva Piero Calamandrei nel 1950:
"Facciamo l'ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere,un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuol fare la marcia su Roma e trasformare l'aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura. Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole dipartito? Si accorge che le scuole di Stato hanno il difetto di essere imparziali. C'è una certa resistenza; in quelle scuole c'è sempre, perfino sotto il fascismo c'è stata. Allora, il partito dominante segue un'altra strada (è tutta un'ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito..."
Tratto dal discorso pronunciato da Piero Calamandrei al III Congressodell'Associazione a difesa della scuola nazionale (ADSN), Roma 11 febbraio1950.

Concludo con un sorriso guardando una breve e simpatica imitazione di Paola Cortellesi del Ministro Gelmini.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Sono d'accordo. Bisogna resistere...