giovedì 24 giugno 2010

Professionisti ed economisti: una risorsa


Impressione davvero positiva in merito al convegno di formazione giuridico-economica dal titolo "Crisi dell'economia e controlli giuridici" a cui ho partecipato. Autorevoli rappresentanti di diverse categorie professionali hanno sottolineato la necessità di ritornare ad un'economia sociale, come previsto anche dalla risoluzione del Parlamento Europeo. Oltre alle riflessioni giuridiche di indubbio valore sono stati espressi concetti importanti. Occorre evitare che gli speculatori possano muoversi all'interno dei mercati con assoluta libertà o peggio impunemente quando mettono in atto condotte illegali. Questioni queste ultime già sentite da alcuni nostri politicanti. Senza risultati concreti ovviamente.

Quello che mi conforta è che questi concetti si stanno diffondendo negli ambienti professionali. Categorie serie che fin'ora però erano sembrate troppo distanti dai problemi di politica economica nazionale.

A conferma di questo nuovo impegno, basta leggere la lettera degli economisti, che è stata pubblicata recentemente in rete a firma di un centinaio di economisti a livello nazionale e che è stata illustrata anche nel corso del convegno ricordato. Gli allarmi evidenziati nella riflessione degli economisti sono tutt'altro che banali. In sintesi: "La politica restrittiva aggrava la crisi, alimenta la speculazione e può condurre alla deflagrazione della zona euro. Serve una svolta di politica economica per scongiurare una caduta ulteriore dei redditi e dell'occupazione."

Viene chiarito che c'è "chi vede nell’attuale crisi una occasione per accelerare i processi di smantellamento dello stato sociale, di frammentazione del lavoro e di ristrutturazione e centralizzazione dei capitali in Europa. L’idea di fondo è che i capitali che usciranno vincenti dalla crisi potranno rilanciare l’accumulazione sfruttando tra l’altro una minor concorrenza sui mercati e un ulteriore indebolimento del lavoro."

Non a caso si evidenzia che "gli operatori sui mercati finanziari stanno scommettendo sulla deflagrazione della zona euro".

Infatti, secondo gli economisti firmatari della lettera, "diversi Paesi potrebbero cadere in una spirale perversa, fatta di miopi politiche nazionali di ”austerità” e di conseguenti pressioni speculative", fino al punto che "tali Paesi potrebbero esser forzatamente sospinti al di fuori della Unione monetaria".

La lettera non si limita a lanciare pesanti allarmi, ma indica anche le proposte per evitare il peggio.

Professionisti ed economisti lungimiranti si stanno confermando una risorsa per il Paese e potranno portare contributi propositivi finalizzati alla ripresa economica, ma forse anche etica e politica.

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