lunedì 3 febbraio 2014

Legambiente: urge chiarezza sul rigassificatore di Porto Viro

Rigassificatore di Porto Viro: urge chiarezza sui possibili danni ambientali

Legambiente Emilia-Romagna e Veneto chiedono che vengano resi pubblici i risultati delle analisi effettuate da Ispra, per fugare ogni dubbio sui possibili danni, causati dall’impianto, agli ecosistemi marini

Ministero dell’Ambiente, Arpa Veneto e Provincia di Rovigo pubblichino quanto prima i risultati

È datata 17 luglio 2013, la lettera di Legambiente indirizzata ad Ispra e Regione Emilia-Romagna, con la richiesta di rendere pubblici i risultati degli studi effettuati per valutare i possibili impatti del rigassificatore di Porto Viro (RO) sugli ecosistemi marini.

Una richiesta scaturita dall’incontro organizzato a Porto Garibaldi, in occasione dell’arrivo di Goletta Verde, per approfondire i temi connessi alla pesca in Emilia Romagna. Durante l’appuntamento era emersa la forte preoccupazione dei pescatori locali sui possibili effetti negativi del Terminal Adriatic LNG sulle popolazioni ittiche, vista la scarsità del pescato negli ultimi anni.

A stretto giro dalla comunicazione di Legambiente, si è aggiunta la richiesta dell’Assessore all’Agricoltura e Pesca della Regione Emilia-Romagna, Tiberio Rabboni, rivolta al Ministero dell’Ambiente con una richiesta analoga.
Nessuna dimostrazione di interesse per la vicenda, invece, da parte della Regione Veneto, nonostante il rigassificatore sia ubicato di fronte a Porto Levante, provincia di Rovigo, proprio al largo del Parco Regionale del Delta del Po.

Ad oggi, non è arrivata nessuna risposta da parte del Ministero, nonostante i casi di moria di tartarughe verificatesi a fine dicembre sulle coste romagnole, e che in molti hanno ricondotto al rigassificatore.

La mancata diffusione dei dati facilita illazioni e sospetti che vorremmo potessero essere smentiti da studi e ricerche che mettano nero su bianco la sicurezza ambientale dell’impianto. Di contro, l’associazione non può che trarre la conclusione che tali dati possano avallare invece quello che molti sospettano.

A sei mesi di distanza, Legambiente Emilia-Romagna e Veneto ribadiscono quindi la richiesta al Ministero dell’Ambiente, ad Arpa Veneto ed alla Provincia di Rovigo di rendere pubblici tali dati.


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